Quello dell’alito cattivo è un problema molto comune, spesso trascurato o “nascosto sotto il tappeto” con rimedi palliativi quali mentine, gomme o spray orale.
Alitosi, digestione e igiene orale
In realtà l’alitosi non è soltanto un disturbo che può creare fastidi nei rapporti sociali, ma anche un campanello d’allarme che mette in guardia da minacce più serie alla salute. Nella maggior parte dei casi l’alito cattivo è provocato da una scarsa igiene orale, da patologie come gengiviti, parodontiti o carie, e solo in piccola percentuale da affezioni a carico dell’apparato gastrointestinale. La convinzione dunque che alito cattivo sia sempre sinonimo di pessima digestione è da considerarsi errata. In caso di alitosi frequente la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio dentista per una visita di controllo, poiché di solito il disturbo è risolvibile con un’adeguata pulizia dei denti ed una terapia di mantenimento domiciliare.
La forma più efficace di trattamento contro l’alito cattivo è senza dubbio la prevenzione quotidiana, quindi lavarsi i denti dopo i pasti e farlo nel modo giusto, spazzolando correttamente per almeno 2 minuti. In aggiunta non bisogna mai dimenticare di utilizzare il filo interdentale per rimuovere i residui di cibo negli spazi interstiziali e a ridosso delle sacche gengivali. Un’altra buona abitudine può essere anche usare un “nettalingua”, uno strumento a forma di archetto che serve per rimuovere le impurità sulla superficie linguale. I batteri e i microorganismi responsabili dell’alito cattivo infatti si possono annidare anche sulla spessa patina che ricopre la lingua. Ulteriore aiuto può venire anche dai collutori, ottimi per limitare lo sviluppo della placca e la proliferazione batterica, tuttavia la loro efficacia curativa per l’alito cattivo è piuttosto dibattuta. In molti sono convinti che la composizione delle soluzioni disinfettanti orali sia inefficace contro i microrganismi responsabili dell’alitosi, e che esse abbiano quindi per lo più la funzione di rinfrescare e coprire l’odore sgradevole.
Alito cattivo e patologie correlate
L’alito cattivo è sostanzialmente il sintomo di un malessere dell’organismo, di conseguenza non dovrebbe mai essere ignorato o “camuffato”. Oltre ad un segnale rivelatore delle più comuni affezioni della bocca, l’alitosi può nascondere criticità di vario genere, come una sofferenza digestiva, polmonare o anche stress. Le patologie gastrointestinali normalmente più connesse all’alito cattivo sono il reflusso gastroesofageo, l’ernia iatale, l’ulcera o malattie a carico delle vie biliari. Le cause dell’odore sgradevole però possono anche avere altra origine come il fegato o i polmoni, gli organi che più di tutti sono delegati al filtraggio delle tossine. Disordini alimentari, fumo, o sovraccarico farmacologico, a lungo andar creano scompensi che il corpo non è più in grado di sostenere, favorendo il ristagno delle sostanze tossiche e quindi anche l’alito cattivo.
Chiarite le potenziali correlazioni tra l’alitosi e numerosi altri disturbi, sarebbe buona regola affrontare il problema prontamente, in particolare quando non si tratta di un caso isolato ma di un fastidio frequente. Un’accurata visita odontoiatrica è il primo passo per indagare quali siano le cause probabili dell’alito cattivo, escludendo a priori quelle che di norma sono le ragioni più comuni come carie o piorrea. Quando si è appurato che l’alitosi ha origine gastrica, molto spesso una strategia non farmacologica è quella di modificare la propria dieta. Su indicazioni del medico è possibile sviluppare un piano alimentare personalizzato, allo scopo di ridurre o eliminare del tutto i sintomi del malessere. Zuccheri, caffè, alcolici, latte, formaggi, sostanze speziate e prodotti fritti sono solitamente i primi a dover essere messi al bando dalla propria tavola.
Rimedi naturali per l'alitosi
La medicina erboristica tradizionale dispone di diversi rimedi per attenuare o risolvere il problema dell’alito cattivo. Spezie, piante ed erbe come la curcuma, il tarassaco, la malva, il rafano, lo zafferano, il cardo mariano, e molte altre, sono tra le soluzioni più antiche, efficaci e totalmente naturali. Ecco di seguito alcuni esempi:
• Olio essenziale di tea tree. Poche gocce aggiunte al dentifricio hanno un potente effetto battericida.
• Menta piperita. Contro l’alito cattivo niente è meglio dell’erba rinfrescante per eccellenza. C’è chi consiglia addirittura di masticare le foglioline, ma può andar bene anche farle macerare e portare il tutto il ebollizione, ottenendo così un ottimo decotto.
• Prezzemolo. Una semplice soluzione a base di acqua, chiodi di garofano e prezzemolo, fatta bollire a dovere, dà un infuso eccellente per contrastare a lungo il fastidio dell’alitosi.
• Tè verde o tè nero. Con queste bevande ci si può regalare una piacevole pausa di benessere e allo stesso tempo contrastare la diffusione dei batteri responsabili dell’alito cattivo.
• Chiodi di garofano. Da masticare in purezza o da utilizzare per infusi e tisane, sono estremamente utili per combattere l’alitosi.
• Basilico, organo e timo. Sono tra le erbe con le maggiori proprietà digestive, stimolano e regolano le funzioni intestinali. Stesso discorso per il peperoncino che tuttavia va utilizzato con parsimonia per evitare l’effetto collaterale di eventuali infiammazioni in soggetti più sensibili.
Alimentazione e alito cattivo
Restando in tema di alimentazione, o meglio di regimi nutrizionali particolari, è bene ricordare che il legame tra ciò che si assume quotidianamente tra cibi e bevande influisce sensibilmente sull’alito cattivo. Per chi è affetto da alitosi può non bastare semplicemente limitarsi a tavola, poiché spesso non si pensa agli integratori. Atleti, sportivi, o semplicemente soggetti persuasi degli effetti benefici di alcuni prodotti in commercio, fanno largo uso di complessi vitaminici, polverine proteiche, amminoacidi in compresse, e altri tipi di farmaci per la salute psico-fisica. Senza rendersene conto, e di frequente senza averne realmente bisogno, le persone sovraccaricano fegato, intestino e reni, causando vari problemi, tra cui proprio l’alito cattivo.
Sindromi iperproteiche o ipervitaminiche sono oggi molto più comuni di quanto si possa immaginare.
Gli integratori non vanno assolutamente “demonizzati” ma per loro natura devono essere impiegati solo in determinate circostanze. Queste ultime comprendono stati nutrizionali carenti o condizioni per cui è richiesto un surplus alimentare in relazione a prestazioni fisiche intense. Qualunque sia la circostanza in atto tra quelle citate, è fondamentale sottolineare che qualsiasi integratore può essere usato esclusivamente per un periodo limitato di tempo, o al massimo per cicli ripetuti che presuppongono necessarie interruzioni. Una parentesi la meritano i famosi “bibitoni” proteici che tanto di moda vanno in tutte le palestre. L’eccesso di proteine e l’eliminazione di carboidrati in un regime alimentare provoca una condizione nota come chetosi. Questo stato viene provocato volontariamente per stimolare il dimagrimento ma allo stesso tempo altera il metabolismo degli acidi grassi, provocando anche effetti a livello digestivo e non di meno l’alitosi.
Salute dentale e disturbi del sonno
Se l’alito cattivo è un disturbo che affligge solo al mattino, la ragione può essere poi nel russamento e nel dormire con la bocca aperta. Durante il giorno il naturale livello di PH e di umidità presenti nella bocca sono mantenuti grazie alla salivazione, mentre di notte, durante il sonno, la situazione cambia radicalmente. Respirare in maniera “scorretta” a causa del russare o stare molto a lungo con la bocca spalancata, crea terreno fertile per i batteri, oltre a rendere il cavo orale più secco. L’effetto più comune è svegliarsi al mattino con un sapore sgradevole in bocca e quindi con l’alito cattivo. Per ovviare a questo problema si può utilizzare un byte, e ovviamente non trascurare l’igiene orale prima di andare a letto. Indispensabile la sera l’uso del filo interdentale e del collutorio antibatterico per creare una sorta di schermo protettivo contro placca e batteri per alcune ore.