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Turismo dentale

TURISMO DENTALE, UN FENOMENO IN CRESCITA

Il fenomeno del turismo dentale non è certo una novità, anzi è ormai una prassi ben consolidata e in crescita.

Il fenomeno “turismo dentale”

Ogni anno sempre più persone si recano all’estero per avere prestazioni odontoiatriche di ogni tipo, dagli interventi specialistici a quelli di routine come detartrasi o sbiancamento dentale. La consuetudine ha assunto proporzioni davvero importanti, e per certi versi allarmanti. Non si tratta soltanto di un comprensibile danno economico nel confronti del settore, ma di un vero e proprio pericolo per la salute degli utenti. Ciò non vuol dire che fuori del territorio nazionale non esistano realtà medico-odontoiatriche altrettanto valide, ma che il turismo dentale espone maggiormente a eventuali rischi. Esiste infatti la possibilità di incappare in strutture solo apparentemente di livello, che in realtà non applicano poi i necessari standard sanitari e di sicurezza. Cure inefficaci, inadeguate o terapie troppo rapide, possono causare seri danni, trasformando il turismo dentale in un incubo.

Uno degli indicatori di cui tenere conto è la tipologia di trattamenti che vengono offerti. In generale la categoria di interventi più praticata nel turismo dentale è quella degli impianti, seguita dalle otturazioni e dalle estrazioni. In sostanza si parla di operazioni relativamente invasive e radicali, che consistono nella sostituzione totale del materiale dentinale, con protesi fisse o mobili. In poche parole non si perde tempo a tentare di salvare i denti del paziente con cure a lungo termine. Il tranello sta proprio nel non prospettare alcune soluzione alternativa che consenta ad un soggetto di conservare i propri denti, anziché ricorrere immediatamente alla protesica. La possibilità di mantenere in tutto o in parte le naturali strutture dentali è sempre la strada migliore, poiché si evita al paziente il disagio di un’operazione complessa e mai priva di rischi.

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Perché il turismo dentale attrae così tanto

Le principali tecniche di “marketing” con cui si riesce ad attirare la gente tramite il turismo dentale sono i prezzi estremamente bassi e l’offerta di pacchetti che comprendono cure odontoiatriche e soggiorni vacanze. In pratica si alletta il pubblico con l’opportunità di ricevere trattamenti dentistici ad un costo molto competitivo, con il valore aggiunto di una piacevole permanenza comprensiva di vitto, alloggio e visite guidate. Anche le più complicate operazioni chirurgiche vengono “vendute” come esperienza di viaggio alla scoperta delle bellezze architettoniche, naturali e culturali dei luoghi che ospitano cliniche e strutture dentistiche. L’idea di pagare poco, di farsi un viaggetto all’estero e di tornare con un sorriso nuovo e smagliante diventa praticamente irresistibile.

La leva del turismo dentale è unire l’utile al dilettevole, senza preoccuparsi troppo di sviluppare percorsi terapeutici personalizzati che tengano conto del singolare quadro clinico del paziente. L’odontoiatria, come del resto ogni branca della medicina, non può essere applicata in maniera standard. In molti casi vengono eseguiti interventi di implantologia su soggetti non adatti, o su persone a cui sarebbe stato meglio proporre diversi tipi di cure. Per tanti che ritornano delusi da un esperienza di turismo dentale ve ne sono ovviamente altrettanti soddisfatti, che anzi vengono addirittura utilizzati come testimonial per attirare nuovi clienti. Il problema è che nell’eventualità sorgano complicazioni diventa molto difficile per i pazienti riuscire ad avere l’assistenza necessaria o rivalersi legalmente su chi ha effettuato i trattamenti.

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Le mete e i clienti del turismo dentale

Geograficamente il turismo dentale può essere circoscritto abbastanza fedelmente sia dal punto di vista dei luoghi di partenza che da quello delle destinazioni. La regione italiana con il maggior numero di “esodati” è il Trentino Alto Adige, mentre le mete preferite sono Croazia, Romania, Moldavia e negli ultimi anni prevalentemente l’Albania. Si tratta di paesi che si trovano ad una distanza relativamente accessibile, sia in aereo che tramite autobus, con regimi fiscali favorevoli e un costo della manodopera molto basso. In un numero elevato di strutture vengono applicati parametri medico-chirurgici elevati, tuttavia il punto debole restano le cure continue e successive agli interventi. Detto in soldoni, una volta ritornati a casa, se una protesi dovesse rompersi, staccarsi o dare disagi, sarà più semplice rivolgersi ad uno studio dentistico locale.

Oltre che sotto il profilo territoriale, è possibile inquadrare il turismo dentale anche da quello sociale. È facile intuire che i soggetti più interessati a questo tipo di pacchetti sono i meno abbienti, i pensionati e in generale coloro che non possono permettersi cure odontoiatriche costose. Dai dati raccolti dal Ministero della Salute emerge una situazione in cui sono in tantissimi a dover rinunciare al dentista a causa dei prezzi inaccessibili. Le associazioni di categoria stanno lavorando da tempo per fare in modo di livellare le tariffe, facendo al contempo richiesta al Governo di attivare degli incentivi fiscali per abbattere i costi di gestione. Dire che in Italia “andare dal dentista costa caro” è vero solo in parte, perché non si considera l’enorme tassazione a cui sono soggetti i professionisti del comparto. L’obiezione più frequente è quella relativa all’evasione fiscale, per cui in tantissimi casi agli utenti viene proposto di pagare un po’ meno, con la contropartita di non rilasciare la fattura. In entrambi i casi dovrebbe essere il Governo ad adottare sgravi fiscali per consentire una diminuzione delle tariffe, e parallelamente intervenire con controlli più accurati in modo da prevenire e punire episodi di evasione.

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Il turismo dentale in Italia

Per competere con il turismo dentale straniero di recente anche in Italia stanno facendo la loro comparsa offerte di soggiorni più cure odontoiatriche. L’obiettivo è quello di arginare l’emorragia di pazienti e di tenere entro confini nazionali gli utenti che necessitano di cure e terapie dentistiche. È ancora relativamente troppo presto per stabilire se questa tattica stia davvero funzionando, e se per contro non abbia effetto contrario rispetto alle intenzioni. Il rischio infatti è quello di copiare la concorrenza non solo nella pratica produttiva ma anche nelle pessime abitudini. Eccessiva rapidità dei trattamenti, approssimazione, e mancanza delle adeguate misure di sicurezza, possono danneggiare il settore più dello stesso turismo dentale straniero.
Si tratta quindi di una questione ancora molto complessa e dibattuta, un discorso che deve essere spostato più sul piano etico che su quello commerciale.

Il pericolo è di ridurre tutto ad una pura guerra dei prezzi, ad uno sciacallaggio economico, dimenticando che l’odontoiatria deve mirare prima di tutto alla salute e al benessere delle persone. Il turismo dentale è destinato ad essere un fenomeno molto importante ancora per molto tempo, almeno finché non verranno messe in atto tutte quelle iniziative ed attività volte a livellare una volta per tutte le prestazioni odontoiatriche. Una manovra risolutiva appare ancora molto lontana, anche perché la maggior parte delle strutture e degli studi dentistici agisce con una certa discrezionalità. Se da una parte gli operatori del campo medico hanno il dovere di gestire meglio la situazione adottando criteri di serietà e di onestà professionale, i pazienti devono sviluppare maggiore senso critico e attenzione verso ciò che “il mercato” offre.

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