Meglio sbiancamento o pulizia denti? Si tratta di un quesito frequente che però nasconde dietro di se una certa disinformazione.
Differenza tra sbiancamento e pulizia denti
Si fa molta confusione infatti tra igiene orale o detartrasi, e il trattamento delle discromie dentali. La prima pratica è di tipo curativo, ha lo scopo di verificare lo stato generale della bocca e di rimuovere la placca accumulata. La seconda, è di tipo cosmetico, ha cioè lo scopo di far apparire la superficie dentinale più splendente, correggendo eventuali differenze di colore nello smalto. Chiarita questa prima distinzione si può tornare alla domanda principale, vale a dire, bisogna optare per sbiancamento o pulizia denti? Trattandosi di due ambiti relativamente differenti si potrebbe credere che il tutto dipenda dagli obiettivi e dalle preferenze, tuttavia ciò è vero soltanto in parte. La cosa fondamentale in qualsiasi pratica odontoiatrica è mirare al benessere del paziente, facendo passare in secondo piano la questione estetica.
Ciò non vuol dire che avere un bell’aspetto non sia importante, anzi, ma un bel sorriso deve essere innanzi tutto un sorriso sano. Quando ci si trova a decidere se sottoporsi a sbiancamento o pulizia denti occorre quindi tenere presente il fine principale, cioè preservare la salute della bocca e con essa la qualità della vita generale. Qualunque professionista che si rispetti non sottoporrebbe mai un proprio paziente ad una seduta di sbiancamento senza conoscere prima il quadro clinico. Appare chiaro che ogni tipo di trattamento di bellezza dentale non può essere effettuato in presenza di patologie o disturbi di sorta. È quindi buona regola recarsi dal dentista per una visita di controllo, accertandosi che non vi siano carie, infiammazioni gengivali o altro genere di problemi.
Detartrasi, salute prima dell'estetica
Che si tratti di sbiancamento o pulizia denti la ragione per cui ci si sottopone all’uno o all’altra è prendersi cura di se, ma l’approccio di base è un po’ diverso. Durante la detartrasi vengono rimosse tutte le impurità che sono all’origine di numerose malattie del cavo orale. L’accumulo di tartaro e placca favorisce la proliferazione dei batteri che danneggiano la superficie dentinale, arrivando in alcuni casi a provocare carie e parodontiti. È facile capire che l’igiene e la prevenzione sono assolutamente essenziali, e devono venire sempre prima rispetto a qualsiasi trattamento di tipo meramente cosmetico. Un soggetto affetto da piorrea o gengiviti non potrebbe, o meglio non dovrebbe assolutamente ricorrere allo schiarimento dentale. Il rischio è quello di causare danni di una certa entità, sia a breve che a lungo termine. L’effetto più immediato e anche il meno grave è quello di acutizzare la propria sensibilità gengivale, provocando infiammazioni o vere e proprie ustioni ai tessuti.
Prima di chiedersi se sia meglio sbiancamento o pulizia denti ci si dovrebbe domandare se è preferibile avere una bocca in perfetta salute, o soltanto un’immagine gradevole. Solo con l’ablazione del tartaro ci si può garantire una buona forma di prevenzione, andando ad agire in profondità tra gli spazi interstiziali e in quelli sub-gengivali. Gli operatori del settore dentistico raccomandano di effettuare la pulizia dei denti almeno una volta all’anno, meglio ancora se ogni 6 mesi. Oltre che l’ovvio scopo medico-sanitario, la detartrasi ha poi una ripercussione positiva anche sul piano estetico, contribuendo a far apparire i denti visivamente più puliti. Questo “effetto collaterale” benefico non ha certo la stessa entità di uno sbiancamento dentale professionale, ma è sufficiente da essere immediatamente percepibile rispetto allo stato pre-trattamento.
Quanto costano lo sbiancamento e la pulizia dei denti
Altro elemento che in un certo senso separa sbiancamento o pulizia denti è il prezzo. Il primo è decisamente più costoso, dai 300 ai 500 euro, con differenze tra diverse zone d’Italia, strutture o tipologie specifiche. La seconda è più accessibile, con un costo che può andare dai 50 ai 150 euro. Entrambi i trattamenti richiedono un tempo che va da alcuni minuti a circa un’ora. Nel caso dello sbiancamento dentale si può scegliere se effettuare una seduta di 30-60 minuti, o frazionare le applicazioni con più incontri di 15-20 minuti. Ciò dipende non solo dalle preferenze del cliente ma anche dalla sensibilità soggettiva di smalto e gengive. La detartrasi di norma viene fatta in un sola seduta, dai 30 ai 60 minuti, in base alle condizioni con cui si trova il paziente. Più è lungo l’intervallo tra una pulizia dei denti e l’altra, maggiore potrebbe essere il tempo necessario per rimuovere tutta la placca accumulata.
La “durezza” e la quantità di tartaro da eliminare dipendono anche dalla costanza con cui ci si prende cura della propria igiene orale domiciliare. Le persone che sono solite lavarsi i denti quotidianamente, in modo corretto, utilizzando anche il filo interdentale, tendono sicuramente ad accumulare meno placca. Tornando allo sbiancamento dentale nella maggior parte dei casi la tecnica prevede l’utilizzo di perossido di idrogeno puro insieme alla luce a led. L’azione combinata della sostanza chimica e dell’esposizione ad una particolare frequenza luminosa, provoca la rimozione delle macchie dentinali. Quasi tutte le più comuni discromie, cioè l’ingiallimento dei denti, hanno origine genetica con l’accentuarsi poi di abitudini quali il fumo o l’alimentazione scorretta. Tabacco, caffè, bevande zuccherate e colorate, a lungo andare rilasciano agenti che penetrano negli strati dello smalto, formando patine che con il tempo sono visibili a occhio nudo.
Sbiancamento e pulizia denti domicialiri
Dopo questa piccola guida odontoiatrica è forse più semplice scegliere tra sbiancamento o pulizia denti. A grandi linee si può affermare senza sbagliare che non si può pensare di approcciarsi al primo trattamento senza aver effettuato il secondo. I denti devono essere quindi in condizioni di perfetta salute prima di badare al miglioramento della loro estetica. Per tutte e due le cure esistono delle alternative “casalinghe”, ma occorre precisare che i risultati non saranno mai paragonabili come quelli ottenibili in uno studio dentistico. Per quanto riguarda la pulizia dei denti più che di una variante della detartrasi si può parlare di “manutenzione a lungo termine”. Si può utilizzare ad esempio uno spazzolino elettrico, più funzionale di quello manuale per la rimozione di placca e tartaro, combinandolo con l’applicazione giornaliera del filo interdentale.
Parlando invece di sbiancamento dentale la questione cambia. Esistono sul mercato prodotti dedicati proprio allo schiarimento dello smalto, come paste dentifrice all’ossigeno attivo o fascette cosmetiche. Queste ultime devono essere applicate per più giorni consecutivi, aderiscono alla superficie dello smalto, vengono lasciate per qualche minuto e poi staccate delicatamente. Il principio è quello di rimuovere poco a poco, gli strati più superficiali macchiati dal fumo e dal cibo. I risultati sono relativamente buoni, il problema può essere però negli eventuali effetti collaterali. Lo sbiancamento dei denti domiciliare non tiene conto di patologie silenti della bocca, di cui nemmeno lo stesso soggetto è al corrente. In più si può fare l’errore di eccedere nell’uso di questi prodotti, con la convinzione sbagliata di intensificare o accelerare l’effetto sbiancante. In conclusione se si è in dubbio tra sbiancamento o pulizia denti bisogna dare prima lo spazio alla prevenzione, alla salute, e poi al risvolto più strettamente visivo, affidandosi esclusivamente a professionisti esperti e qualificati.