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PEDODONZIA, PREVENZIONE, CURE E TRATTAMENTI

La pedodonzia è quella branca della disciplina medica che si occupa delle patologie dentali nel bambino, prendendo in considerazione aspetti fisiologici ed emotivi. 

L'odontoiatria pediatrica 

Conosciuta anche come odontoiatria pediatrica, questa materia comprende la fascia di età che va dalla nascita fino all’adolescenza, e contempla non solo cure e terapie ma anche prevenzione ed igiene orale. La pedodonzia è un segmento particolarmente sfaccettato poiché si muove sia sul fronte strettamente clinico che su quello psicologico. I bambini non vanno considerati “adulti in miniatura”, occorre quindi adottare approcci e metodi di interazione differenti, che siano alla loro portata. Le patologie più comuni che rientrano nello spettro della pedodonzia sono le seguenti:
• Carie – malattia infettiva ed erosiva di natura batterica, può colpire anche i denti decidui
• Sindrome da biberon – forma grave di carie dei denti da latte
• Pulpite – infiammazione della polpa dentale
• Ascesso – accumulo di pus con sintomatologia più o meno dolorosa

Fase di preparazione e avvicinamento per vincere la paura del dentista

Una porzione tutt’altro che trascurabile della pedodonzia va dedicata alla fase di preparazione dei piccoli pazienti al primo incontro con il dentista. La paura del dottore, la fobia del dolore e la tensione che si possono andare a creare sono estremamente frequenti e vanno affrontate con adeguate metodologie. La pratica odontoiatrica in se, vale a dire la visita sulla poltrona e il trattamento, costituiscono senza dubbio la parte essenziale del percorso, tuttavia questo momento non può prescindere da una efficace strategia preliminare.
I bambini agiscono secondo meccanismi istintivi, e sfruttano differenti canali di comunicazione, specialmente quando non si è ancora sufficientemente sviluppata quella verbale. Il disegno è uno strumento molto utile per agevolare i piccoli ad esprimere le proprie emozioni, sensazioni e impressioni. Si tratta infatti di un’attività naturale e spontanea, non imposta o controllata dai genitori, tramite cui è possibile interpretare lo stato d’animo e le eventuali fonti di timore.

Nell’ottica di rendere meno ostica e più amichevole la seduta dal dentista, una delle soluzioni con maggiore efficacia in pedodonzia è quella di organizzare delle “visite di avvicinamento”. Queste hanno lo scopo di aiutare il bambino a prendere confidenza con il personale medico, abituandolo gradualmente all’ambiente e alla vista degli strumenti odontoiatrici. Di norma si consiglia di cominciare a effettuare controlli periodici a partire dai 3 anni, anche con lo scopo di sviluppare fiducia e collaborazione da parte dei soggetti pediatrici.
Lo screening precoce dal dentista consente di risolvere e prendere per tempo disturbi quali malocclusioni e disallineamenti. Verificando lo stato di salute dei denti decidui si evidenziano anche eventuali difetti nella funzione masticatoria, oltre ad alterazioni quali anomalie scheletriche della mandibola o della mascella. La pedodonzia nella fattispecie è un’arma in più per evitare che determinate problematiche si complichino, richiedendo ad esempio estrazioni o chirurgia.

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Trattamenti, gestione dell'ansia e odontofobia 

Sotto il profilo interventistico in pedodonzia si possono effettuare diverse tipologie di trattamenti, alcuni dei quali sono:
• Sigillatura. Sia dei molari permanenti che sui denti decidui, ideale contro la carie pediatrica, specialmente nei casi di lesioni precoci, con l’obiettivo di proteggere lo smalto 
• Laser. Terapia utilizzata per ridurre il ricorso all’anestesia ed evitare l’uso traumatico del tradizionale trapano a turbina

L’ostacolo principale nel trattamento del paziente pediatrico è sicuramente la gestione della paura (odontofobia), motivata/razionale o immotivata/irrazionale. Nel primo caso il bambino si mostra poco collaborativo perché spaventato all’idea del ripetersi di un evento negativo che lo ha particolarmente segnato. Ciò può comprendere l’aver percepito come minacciosi l’ambiente o la figura del dentista, con occhiali di protezioni e mascherina, o per il ricordo del dolore provato durante una visita odontoiatrica di controllo.

Nel secondo caso si ha invece una sorta di ansia anticipatoria, cioè il pensiero distorto sulla possibilità che possa succedere qualcosa di brutto e di sentire male. In entrambe le circostanze bisogna fare in modo che il bambino si avvicini o “riavvicini” allo studio del dentista con calma e gradualità. Toccare gli strumenti del dottore o ricevere spiegazioni su cosa si andrà a fare con particolari apparecchi serve ad accrescere la consapevolezza dei piccoli pazienti, eliminando così il timore dell’ignoto.

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Pedodonzia ambientale, prevenzione e percezione del dolore 

La pedodonzia comincia molto prima della seduta in poltrona dal dentista, vale a dire a casa, con la collaborazione dei genitori, e nello studio odontoiatrico con l’allestimento di un habitat confortevole. L’igiene orale domiciliare, la cultura di un sano stile di vita sono l’ABC della prevenzione, compiti che spettano a mamma e papà. Quando si arriva poi dal dentista il fatto di trovarsi in un ambiente accogliente predispone il bambino in maniera positiva.
Si possono utilizzare arredi, forme e colori rassicuranti, una musica di sottofondo che copra il rumore degli strumenti, e un diffusore nella stanza che stemperi l’odore tipico dei farmaci. Altro aspetto fondamentale è la programmazione efficiente degli appuntamenti, in modo da evitare lunghe attese e contribuire ad aumentare lo stato di ansia. Ogni paziente è diverso dall’altro e questo vale a maggior ragione per i più piccoli. L’approccio deve essere personalizzato, cercando di conoscere il bambino, e instaurando un rapporto di amicizia in un clima di fiducia.

In pedodonzia come nell’odontoiatria per gli adulti, l’elemento “dolore” assume un’importanza cruciale. Lo stimolo può essere reale o male interpretato, bisogna fare chiarezza per utilizzare “bene” il dolore come segnale prezioso e non come ostacolo. Non di rado i bambini che si sono già sottoposti a sedute dentistiche hanno poi riferito di aver percepito dolore ma di non essere stati sufficientemente ascoltati dal dottore. Può capitare che il sentire male dei piccoli pazienti venga troppo spesso scambiato per un banale “capriccio” o che venga sottovalutato.

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Tipologie di soggetti e strategie per il trattamento del paziente pediatrico

La questione è piuttosto complessa ma in linea generale può essere utile seguire queste linee di comportamento con due tipologie precise di pazienti:

• Fiducioso. Nel caso in cui il piccolo dimostri di non avere timore del dentista è inutile tentare di rassicurarlo ulteriormente con espressioni del tipo “non sentirai dolore”. Questo tipo di affermazione può invece sortire l’effetto contrario e stimolare ansia e panico. 

• Ansioso. In questo caso è bene informare con tranquillità che vi è la possibilità di provare un po’ di male durante la seduta odontoiatrica. Il piccolo si sentirà così maggiormente coinvolto e non rimarrà atterrito quando arriva il momento di salire in poltrona. Durante la visita si può ad esempio far decidere al piccolo da quale dente iniziare, anche se quest’ultimo non ha alcuna necessità di trattamento. Lo scopo è creare una partecipazione e collaborazione del bimbo. 

Allolo scopo di aiutare i piccoli a vincere la paura del dentista, in pedodonzia si consiglia di far assistere i bambini alle sedute di genitori o fratelli maggiori. Guardando l’esempio dei familiari più grandi il soggetto pediatrico capirà ancora meglio e verificherà di persona che in fondo non c’è nulla da temere. Nel corso della visita si può inoltre concordare con il medico un segnale di arresto, alzando una mano ad esempio, per interrompere l’intervento quando si sente dolore o si percepisce disagio.

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