MATERIALI PER OTTURAZIONI, SOLUZIONI, DIFFERENZE E CARATTERISTICHE

Nella comune pratica dentistica i materiali per otturazioni usati più di frequente sono di norma quattro, vale a dire le resine/compositi, l’oro, l’amalgama e la ceramica.

Innanzi tutto è bene ricordare che la procedura odontoiatrica dell'otturazione fa parte della branca conservativa ed ha lo scopo di ricostruire o restaurare gli elementi dentali danneggiati in seguito a patologie o traumi. L’obiettivo è ovviamente il recupero completo della funzionalità e dell’estetica dei denti, e la scelta di una soluzione anziché un’altra deve essere valutata caso per caso in base alle possibilità e alle condizioni del paziente. Non tutti i materiali per otturazioni sono indicati per lo stesso lavoro, quindi prima di intervenire è fondamentale affidarsi ai consigli del proprio dentista di fiducia. Utili ancora possono essere esami diagnostici, radiografie e calchi delle arcate per rendersi conto in maniera più specifica della morfologia e delle cavità su cui bisogna operare. Ecco una breve guida descrittiva sui principali materiali per otturazioni:

Otturazioni in ceramica 

Ceramica. È tra i materiali per otturazione più usati in assoluto per le sue innate proprietà morfologiche ed estetiche. Garantisce risultati visivamente eccellenti, è biocompatibile ed è più resistente dei compositi. Grazie alla sua natura inerte elimina quasi del tutto il fastidio di eventuali reazioni allergiche, problema relativamente frequente con altri tipi di materiali per otturazioni. La ricerca scientifica ha permesse di sviluppare tipi di ceramica con specifiche adatte per ogni tipo di esigenza. L’aggiunta di silicati rende la sostanza ottima per la ricostruzione di denti anteriori e premolari, mentre l’ossido di zirconio è utile per il restauro di molari. Tra le applicazioni della ceramica vi sono i veneer (faccette dentali), gli intarsi nella parte interna della superficie masticatoria (inlay, onlay e overlay), le corone e i ponti. Per migliorare la precisione dei lavori e velocizzare il procedimento si fa largo uso delle tecnologie CAD/CAM (computer aided design, computer aided manufacturing). In questo modo si possono sfruttare tutte le potenzialità di questi materiali per otturazioni incredibilmente performanti.

Materiali per otturazioni1

Otturazioni in Amalgama

Amalgama. Prima dell’avvento degli altri materiali per otturazioni questa soluzione odontoiatrica era la scelta l’elezione per riparare i danni ai denti provocati da urti o malattie del cavo orale. In verità ancora oggi esiste una certa diffusione e uso, e le ragioni sono la facilità di manipolazione e i suoi costi particolarmente abbordabili. Tra i principali punti deboli dell’amalgama vi è sempre stata però la sua scarsa resa estetica, poiché il suo colore ben poco si integra con quello della dentatura naturale. Sotto il profilo chimico la composizione è sostanzialmente quella di una lega metallica al 50% di mercurio e nella restante parte zinco, rame, stagno e argento. Sono sufficienti circa 30 minuti per far si che l’amalgama raggiunga la durezza necessaria per sopportare la pressione della masticazione. In ogni caso per precauzione si consiglia sempre di non mangiare alcuni tipo di cibo per almeno due ore dopo l’intervento. L’amalgama è inoltre uno dei materiali per otturazioni più longevi, tanto che può durare fino a 12 anni. La funzionalità e la resa nel tempo di questa sostanza è tuttavia molto variabile anche in funzione dello stile di vita, delle abitudini alimentari e dell’igiene orale domiciliare. Nell’odontoiatria moderna le leghe così composte sono andate via via sempre più in disuso per la presenza del mercurio, componente tossico e altamente volatile.

Il mercurio nelle amalgame dentali 

Negli ultimi anni infatti quasi tutti gli studi dentistici sono stati istruiti sulle procedure di rimozione e di smaltimento delle protesi contenenti mercurio. È buona regola sottoporsi periodicamente a visite di controllo odontoiatriche periodiche anche quando si è in condizioni di perfetta salute dentale. Questa buona abitudine diventa a maggior ragione un’esigenza nei casi in cui si portano impianti, protesi o nella fattispecie otturazioni. Con la masticazione e la naturale usura del tempo ogni innesto di materiale può essere soggetto a deterioramento, ed è imperativo tenere sotto osservazione in particolare i lavori effettuati con materiali per otturazioni in amalgama. Quest’ultima oggi è stata quasi totalmente sostituita da altri tipi di materiali per otturazioni come i compositi, resta però un’alternativa da prendere ancora in considerazione quando gli adesivi delle resine non sono sufficientemente efficaci. Ad esempio per consentire ai compositi di sviluppare al meglio le loro proprietà chimiche e meccaniche, è necessario che si lavori in ambiente adeguatamente secco, utilizzando ad esempio la diga di gomma e tendendo la zona di lavoro sufficientemente asciutta.

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Otturazioni in oro

Oro. Tra i materiali per otturazioni più classici, per realizzare intarsi e restauri di grande resistenza, oltre che ben tollerati dal punto di vista della biocompatibilità. Questa sostanza tuttavia non consente di produrre lavori che abbiano la stessa colorazione degli elementi dentali originali, inoltre è abbastanza costosa. Trattandosi di un metallo che “da solo” eccessivamente morbido per la funzione masticatoria, occorre creare delle leghe con rame, platino o argento, per aumentarne la durezza e la compattezza. In soggetti fisiologicamente più predisposti all’accumulo di placca o allo sviluppo delle carie l’oro non è molto indicato. Tra le altre qualità più spiccate dell’oro utilizzato per le otturazioni vi è l’anti-corrosività, una dote utile in un ambiente costantemente umido come può essere il cavo orale.

Otturazioni in composito

Compositi. Si tratta di miscele in percentuali variabili formate da resine sintetiche e particelle riempitive (vetro, ceramiche o vetro). Le sostanze si presentano inizialmente in forma platica facilmente lavorabile, ciò consente di innestarli più agevolmente nelle cavità dentali. In un secondo momento i questi materiali per otturazioni vengono resi più compatti tramite irradiazione, un procedimento che attiva le particelle e rende duri i polimeri. I compositi sono estremamente versatili e vengono usati sia nei restauri dei denti anteriori che per quelli posteriori. L’efficacia di questa modalità è stata migliorata nel tempo anche grazie alla scoperta di adesivi più potenti, per legare in modo solido e stabile la superficie dei denti alle parti ricostruite in resina.

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È in ogni caso un tipo di lavoro complesso che richiede tempi adeguati, poiché gli adesivi non reagiscono particolarmente bene in ambiente con troppa umidità. I compositi sono considerati tra i migliori materiali per otturazioni per la loro capacità di adattamento a qualunque forma delle cavità da riempire o delle parti da restaurare. In pratica si può operare su difetti di piccole o grandi dimensioni, senza la necessità di lavorare i denti rimuovendo ad esempio la sostanza dura ancora sana. Uno svantaggio è il verificarsi di un fenomeno noto come “retrazione”, per cui i polimeri perdono una piccola percentuale in volume durante l’indurimento. Per ovviare a questo inconveniente vengono inserite piccole quantità di compositi un po’ alla volta, per fare in modo di ridurre tensioni e problemi dovuti al rimpicciolimento delle resine.