COME SCEGLIERE IL DENTIFRICIO GIUSTO

Nell’igiene orale domiciliare oltre allo spazzolino è importante anche scegliere il dentifricio giusto, vale a dire quello più indicato alle proprie necessità. 

 

Cosa c'è dentro un dentifricio? 

Lavarsi i denti 3 volte al giorno per almeno 2-3 minuti consecutivi è l’ABC per mantenere una salute dentale ottimale, se però ci si domanda spesso se sia meglio un “toothbrush” elettrico o manuale, minor tempo si dedica a scegliere il dentifricio giusto. Nei negozi o nei supermercati gli scaffali sono invasi da decine di confezioni con altrettante marche diverse, e nella maggior parte dei casi ci si limita ad afferrare quelli con i brand più conosciuti e infilarlo nel carrello senza pensarci troppo. Eppure i dentifrici non sono tutti uguali, o per lo meno “non tutti sono adatti a tutti”. Può esserci infatti qualche prodotto più efficace di un altro per specifiche esigenze, o magari addirittura controindicato per determinate patologie della bocca.

Cosa c’è dentro un dentifricio? Rispondere a questa domanda è relativamente complesso in quanto la maggioranza dei prodotti contiene una sorta di mix di ingredienti differenti:
• Detergenti per formare la schiuma che rende più facile l’asportazione di ciò che viene rimosso con lo spazzolino (cocamidopropil betanina, sodio lauril sulfato)
• Sostanze abrasive – carbonato di calcio, silicati, fosfato di calcio diidrato (con azione pulente e lucidante)
• Addensanti (derivati della cellulosa e della glicerina)
• Sostanze funzionali in base al tipo di azione (idrossiapatite, fluoro, xilitolo, clorexidina)
• Materiali lubrificanti e umettanti per impedire che il dentifricio diventi solido al contatto con l’aria (es. sorbitolo)
• Aromi e dolcificanti

Perchè si usa il dentrificio? 

Prima di entrare ancor più nel merito del discorso di come fare a scegliere il dentifricio giusto, è bene chiarire quale sia il motivo per cui lo si utilizza. Non di rado si sente dire che per lavarsi i denti il dentifricio non sia poi così essenziale, finanche inutile ai fini della detersione. Questa affermazione non è corretta, almeno non lo è del tutto. Alcuni odontoiatri consigliano di utilizzare prima lo spazzolino “a secco” e poi di effettuare un’altra passata con la pasta dentifricia. Il motivo sta nel fatto che di frequente si abusa del prodotto in tubetto credendo di intensificare l’effetto pulente e sanificante. Ciò è tuttavia solo un’illusione in quanto ci si lascia confondere dalla piacevole sensazione di fresco senza sapere che in realtà l’operazione di rimozione meccanica della placca funziona meglio senza aggiungere nulla. Non vuol dire però che il dentifricio sia inutile, anzi esso viene usato per le sue proprietà antibatteriche, date ad esempio dalla Clorexidina, rimineralizzanti, grazie dal perossido di calcio, e anticarie per mezzo del fluoro. 

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Conoscee lo stato di salute dei propri denti, tipologie di dentifrici

Chiarita l’utilità di questo fondamentale alleato del benessere orale è necessario precisare che per scegliere il dentifricio giusto bisogna innanzi tutto conoscere lo stato di salute dei propri denti. Tutto parte ancora una volta dall’odontoiatra di fiducia, a cui bisogna rivolgersi periodicamente per le indispensabili visite di controllo di routine. Tantissime persone scoprono solo dopo anni di aver usano sempre il dentifricio sbagliato, o nell’ipotesi migliore di averne comprati di assolutamente inefficaci. La composizione della pasta dentifricia conta moltissimo, e con il passare del tempo può avere sia effetti benefici che nocivi, causando ad esempio irritazioni alle gengive o danni allo smalto dentale. Sarà quindi il dentista ad aiutare il paziente a scegliere il dentifricio giusto, per contrastare ad esempio una carie incipiente, per ridurre la sensibilità al freddo e al caldo, per curare un’infiammazione, ecc. Ecco quindi una piccola guida alle categorie più comuni di dentifrici suddivise per tipologia di azione terapeutica:

• Dentifrici antisettici – a base di clorexidina, ad azione mirata e diretta ma da non utilizzare per periodi lunghi per evitare alterazioni cromatiche dello smalto.
• Dentifrici desensibilizzanti – indicati pe gengive e denti con sintomatologia dolorosa al caldo, al freddo o all’aria. Sono per lo più a base di Sali di idrossiapatite e di fluoro con anche nitrato di potassio o zinco citrato.
• Dentifrici antitartaro – con pirofosfati, che agiscono impedendo la precipitazione dei sali di calcio e la formazione di placca.
• Dentifrici sbiancanti – contenenti microsfere abrasive e materiali detergenti allo scopo di schiarire i denti macchiati da caffè, fumo, bevande colorate e altro tipo di alimenti.
• Dentifrici anticarie – contengono principalmente fluoro, minerale che ripristina l’equilibrio minerale dello smalto e aiuta a prevenire l’azione erosiva batterica. In determinati casi possono essere prescritti prodotti ad alta concentrazione di fluoruro per un’azione intensiva, da usare però per un periodo limitato di tempo e su prescrizione del dentista. Altro ingrediente è l’idrossiapatite, elemento naturale di denti e ossa, che forma una berriera contro tartaro, carie e placca.
• Dentifrici antiplacca – gli elementi essenziali sono lo iodio (funzione antibatterica), il cloruro di sodio (sale da cucina) che stimola la produzione di saliva, oltre a sali di metalli (zinco, stagno, alluminio) che formano una pellicola protettiva. 

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Il dentifiricio per i bambini 

Discorso a parte è scegliere il dentifricio giusto per i bambini. Per un adulto, qualora non vi siano particolari precauzioni, puntare su articolo anziché su un altro può non fare molta differenza. Quando invece si tratta di scegliere il dentifricio giusto per i più piccini è bene fare molta attenzione. Al di sotto dei 6 anni in linea generale si consiglia di non utilizzare prodotti con una concentrazione di fluoro superiore a 500 ppm (parti per milione). In questa fascia d’età c’è infatti il rischio che i piccoli inghiottano il dentifricio mentre si lavano i denti, assorbendo quantità eccessive di fluoro. 

Non tutti sanno la cosiddetta “fluorosi”, o intossicazione da fluoro è un pericolo più frequente di quanto si pensi. Tale sindrome provoca effetti negativi sullo sviluppo dei denti, sia a livello estetico che funzionale, e in casi più gravi anche problemi alle ossa. Per fortuna con il decreto del 2 aprile 2008 è stato introdotto l’obbligo di riportare sulle confezioni la dicitura “controindicato nei bambini” per i dentifrici contenenti tra lo 0,1 e lo 0,15% di fluoruro. Dopo i 6 anni, quando il bambino è abbastanza grande per autogestirsi nelle operazioni più elementari, si possono scegliere prodotti in base al sapore o all’immagine grafica, per fare in modo che sia più motivato a lavarsi i denti.

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Dentifricio per gli anziani 

Un ultimo appunto va fatto per quanto riguarda l’igiene orale negli individui anziani o persone che si trovano nella fascia della terza o quarta età. Per questi soggetti scegliere il dentifricio giusto è ancor più fondamentale, in quanto con il passare del tempo l’incidenza delle patologie del cavo orali aumenta, e di pari passo diminuisce l’attenzione o la capacità nel prendersi cura autonomamente dei propri denti. Se già non lo si sta usando è consigliabile sostituire il dentifricio utilizzato quotidianamente con uno più ricco di fluoro, allo scopo di rinforzare lo smalto e prevenire la carie. Nello scegliere il dentifricio giusto sarebbe buona regola integrarlo con un collutorio antibatterico, per una protezione completa. Nell’eventualità si indossino dentiere o impianti mobili, la procedura è: togliere le protesi, lavare accuratamente gli elementi dentali naturali rimasti, pulire a fondo la struttura artificiale e reinserirla nel cavo orale. Per gli impianti fissi, oltre a lavarsi i denti ogni giorno, bisogna assolutamente recarsi dal proprio odontoiatra per effettuare controlli di routine e detartrasi profonda.