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Carie secca

CARIE SECCA: COS’È E COME SI CURA

La carie secca è una forma specifica e meno aggressiva della classica infezione batterica degenerativa dello smalto dentale.

La patologia 

Di norma il processo di erosione della superficie del dente, se non individuato e arrestato per tempo, può provocare la sua completa perforazione, fino a raggiungere la dentina e la polpa. Nel caso della carie secca invece, l’escavazione dello smalto a un certo punto rallenta o si blocca completamente, senza arrivare ad intaccare i tessuti sottostanti. Sebbene i danni si riducano in maniera rilevante rispetto ad una normale carie, ciò non vuol dire che il dente sia sano o fuori pericolo, in quanto l’infezione è comunque in atto o presente, e costituisce un fattore di allerta. Il non essere grave o preoccupante, rende il disturbo più subdolo e alla lunga fastidioso, perché sembra dare tutto il tempo necessario per intervenire, quando invece può peggiorare e precipitare improvvisamente.
Visivamente la carie secca si manifesta solitamente con un foro superficiale di piccole dimensioni, può non accompagnarsi a particolari sintomi di sorta, anche se nella maggior parte dei casi si accompagna ad una più pronunciata sensibilità dentale al caldo e al freddo. Gli stessi sintomi possono essere imputabili a disturbi gengivali, ma è sempre prudente sottoporsi ad una visita odontoiatrica di controllo, in particolare quando sensazioni come quelle appena descritte fanno la loro comparsa e persistono dopo alcuni giorni. Tanto per cambiare una delle armi più efficaci per scongiurare l’arrivo di una simile affezione, è anche stavolta la prevenzione. Fondamentale per la salute orale è mantenere una corretta e costante igiene orale attraverso i consueti metodi:
• Lavarsi i denti con regolarità dopo o pasti
• Scegliere uno spazzolino da denti adatto (non troppo duro, non troppo morbido e con testine piccole per raggiungere gli angoli più nascosti).
• Sostituire lo spazzolino, o la testina dello spazzolino, ogni 3-4 mesi.
• Utilizzare il filo interdentale in particolare nelle zone dove i denti sono più addossati e lo spazzolino può avere difficoltà ad agire con efficacia.
• Usare moderatamente il collutorio per disinfettare la bocca.
• Condurre uno stile di vita sano (non mangiare alimenti troppo ricchi di zuccheri, limitare l’assunzione di caffè, tè e cioccolato, eliminare o almeno ridurre il fumo).

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Le varie forme di carie 

A causa della sua “discrezione” e molto spesso dell’assenza di sintomi così eclatanti da destare sospetti, la carie secca risulta anche piuttosto difficile da riconoscere, non certo da parte del dentista, ma dallo stesso paziente, che il più delle volte tende a tralasciare i deboli segnali, rischiando di far peggiorare la situazione. È doveroso precisare che oltre alla carie secca esistono diverse altre forme di infezioni che appartengono alla medesima categoria odontoiatrica, nel dettaglio vanno distinte:
• Carie recidiva e secondaria
• Carie senile
• Carie da radiazioni ionizzanti (cioè da raggi X)
• Carie da vapori acidi
• Carie secca (detta anche arrestata)
• Carie dei lavoratori dello zucchero
• Carie centrale
• Carie acuta (molto aggressiva e di rapida progressione)
• Carie secca (detta anche arrestata)
• Carie dei lavoratori dello zucchero
• Carie cronica (con progressione particolarmente lenta)

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Cure e terapie per la carie secca

Una delle strategie più comuni adottate dai dentisti, è quella del monitoraggio della carie secca per un determinato periodo di tempo. L’odontoiatra osserva la sezione dentale colpita dall’infezione, stabilendo se il processo degenerativo può o meno progredire ed evolvere nella classica carie. Una volta stabilita con certezza la tipologia e l’entità del problema, si può pianificare un percorso di cura su misura. Nell’ipotesi in cui l’erosione abbia interessato solo un piccolissima porzione di smalto, e che la sua profondità sia minima, può essere infatti sufficiente curare l’infezione in se, lasciando poi che i tessuti circostanti dello smalto si rigenerino spontaneamente coprendo la cavità che si era creata. Nella peggiore delle ipotesi resterà il piccolo punto nero dovuto al forellino, che però non si estenderà più. Si registrano casi in cui il processo carioso si è innescato anche su denti devitalizzati o addirittura su elementi dentali protesici. Proprio per questo non bisogna mai trascurare l’igiene orale i controlli periodici dall’odontoiatra, poiché un infezione grave potrebbe essere in atto anche senza le caratteristiche sensazioni di dolore.
A questo punto pare normale chiedersi, ma la carie secca come si cura? Nel caso di questa particolare forma di infezione batterica, non si può parlare di vera e propria cura, quanto piuttosto di costante osservazione, per assicurarsi che la degenerazione dello smalto si sia definitivamente fermata. Il processo carioso si può bloccare spontaneamente, grazie all’attivazione delle naturali difese dell’organismo, o tramite l’intervento del dentista. In quest’ultimo caso si può decidere di trattare la zona, per piccola che sia, come una tradizionale carie, otturando quindi il forellino per impedire che un giorno possa trasformarsi nella porta di accesso per nuove infezioni batteriche. La soluzione dell’otturazione non ha solo una funzione terapeutica ma anche estetica, poiché non è detto che la carie di formi per forza sulla faccia interna del dente o nello spazio interdentale, ma può capitare che intacchi proprio lo smalto anteriore, più visibile quando si parla o si sorride. Con l’otturazione si va quindi a coprire il forellino definitivamente, eliminando lo sgradevole puntino nero sulla superficie dentale.

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La carie secca "arrestata"

La già citata “regressione” della carie secca, in realtà si verifica molto di rado, nelle circostanze in cui il processo degenerativo si sia bloccato quasi immediatamente. Di solito più che di regressione si parla di “congelamento” del disturbo, con l’infezione che non va avanti ma che dovrà, come detto, essere tenuta sotto controllo, per valutare davvero se si tratti o meno di carie “arrestata”. In sintesi la carie secca come si cura? La risposta è che non si cura, o almeno non si procede ad alcun trattamento specifico se la gravità del problema non è tale da renderlo necessario. Questo tipo di infezione sostanzialmente si esaurisce automaticamente, ed è caratteristico proprio perché non evolve, si “limita” per così dire, a scalfire appena lo smalto dentale, senza portare avanti il lavoro e sfociare in un vero e proprio problema odontoiatrico.
Ciò non vuol dire che la carie secca debba essere sottovalutata, anzi è proprio questo l’errore che di frequente si commette. Una volta diagnosticata l’infezione arrestata, si tende a non ritornare più dal dentista per i necessari controlli di routine, così accade che la “presunta” carie secca decida improvvisamente di riattivarsi, peggiorando e tramutandosi in un procedimento degenerativo in piena regola, della dentina e della polpa. Un’infezione trascurata arriva ad attaccare la radice stessa del dente, determinando la compromissione irreversibile e l’irrimediabile estrazione. Il monitoraggio dei disturbi dentali ha lo scopo di valutare e verificare con certezza la natura del problema, ed è fondamentale perché una carie può non assumere un tratto caratteristico prima di un certo stadio evolutivo, traendo in inganno lo stesso paziente che pensa di essere in salvo. Con piccoli accorgimenti quotidiani e mantenendo un rapporto di fiducia con il proprio odontoiatra, si possono evitare tante “seccature”, tra cui non di meno la carie secca.

 

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