CARIE RADICOLARE E TRATTAMENTO CANALARE

La carie radicolare è una forma di lesione da infezione batterica particolarmente aggressiva che colpisce la radice del dente o lo spazio tra quest’ultimo e la gengiva.

Caratteristiche della carie radicolare

La ragione della rapidità di sviluppo della carie radicolare è la minore densità minerale della dentina, che resta così più esposta a potenziali attacchi da parte di processi degenerativi. Le sezioni dure del dente sono tre: smalto, dentina e cemento, al di sotto di questi strati vi è la parte morbida cioè la polpa, attraverso cui passano nervi e vasi sanguigni. La carie radicolare va a infettare proprio quest’area molto sensibile, fino ad arrivare a generare un ascesso o nei casi più gravi a compromettere in maniera irreversibile l’elemento dentario. La carie radicolare è molto insidiosa e oltre ad essere molto difficile da individuare in alcuni casi può provocare danni importanti fino alla frattura dell’osso alveolare. Quando il dente è completamente maturo può sopravvivere anche senza polpa, tuttavia è necessario un adeguato trattamento endodontico per sostituire il tessuto morbido e sigillare la zona per evitare recidive.

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Xerostomia, igiene orale e storia clinica 

In passato il processi cariosi erano principalmente prerogativa della popolazione giovane, a causa dell’alimentazione più ricca di zuccheri e della minore attenzione verso l’igiene orale. Oggi l’incidenza di questo fenomeno tra i ragazzi è sensibilmente diminuita, tuttavia per contro si assiste ad un aumento della diffusione della carie radicolare nei soggetti adulti. Le ragioni sono molteplici, la prima è il fisiologico allungamento della vita che porta inevitabilmente anche a sviluppare problematiche di tipo odontoiatrico. Un altro motivo è la retrazione o recessione gengivale che espone maggiormente la radice all’accumulo di placca e di batteri. Per ultima ma non ultima vi è l’interazione di farmaci con la produzione di saliva, un disturbo che viene denominato xerostomia. La saliva gioca un ruolo fondamentale nella regolazione dei naturali livelli di PH del cavo orale, oltre che nella veicolazione della flora batterica sempre presente nella bocca. Con la riduzione del flusso salivare cresce il tasso di acidità, lo smalto viene danneggiato più velocemente e riparato più lentamente, mentre i batteri proliferano con grande rapidità. In sostanza si creano tutte le condizioni ideali per lo sviluppo della carie radicolare.

Nello specifico le conclusioni di cui sopra sono state il risultato di uno studio approfondito effettuato nel 2016 da alcuni ricercatori irlandesi del Cork University Dental School and Hospital. È stato preso in esame un campione di 334 adulti vicini ai 70 anni, e durante l’indagine sono emerse decisive correlazioni tra lo sviluppo della carie radicolare ed la xerostomia. Come elemento determinante e catalizzatore vi era anche il passato odontoiatrico dei pazienti, vale a dire una sorta di predisposizione nei soggetti che aveva già avuto carie nel recente passato. In conclusione, la minor quantità di saliva e conseguente alterazione dell’acidità nel cavo orale unita ad una igiene orale insufficiente e ad una particolar storia clinica, creano terreno ideale per questo tipo di patologia.

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Il ruolo della prevenzione dentale

Altro fattore che fa crescere l’incidenza della carie radicolare nei pazienti in età matura è la minore cura per la prevenzione dentale e la ridotta frequenza delle visite odontoiatriche di controllo. Il soggetto anziano tende spesso a trascurare alcuni aspetti della propria salute perché ad esempio ritenuti meno importanti o di secondo piano rispetto ad altri. Uno fra questi è proprio l’igiene orale, sia per la ridotta manualità nell’adoperare i più elementari strumenti come spazzolino e filo interdentale, sia per i costi delle cure dentistiche specialistiche. Nei soggetti geriatrici spesso si preferisce percorrere la strada dell’implantologia, applicando protesi o soluzioni più radicali, piuttosto che tentare di preservare i denti naturali e di mantenere uno stile di vita più attento al benessere di bocca e denti.

Cos’è il trattamento canalare

Una delle strategie più efficaci per la cura della carie radicolare è il trattamento canalare, che consiste nell’intervenire proprio nello spazio interno che contiene la polpa. Nonostante il dente possa sopravvivere anche senza di essa sarebbe auspicabile conservarla intatta in quanto è questo tessuto innervato che consente al dente di percepire sensazioni come caldo e freddo. Se tuttavia la polpa è infetta va assolutamente eliminata tramite appunto la terapia del canale. Si tratta di una procedura di odontoiatria conservativa che permette di mantenere l’elemento dentario compromesso ed evitare l’estrazione. Il trattamento canalare della carie radicolare si pratica in anestesia locale creando una piccola apertura nel dente per accedere alla polpa danneggiata attraverso il canale. Una volta rimosso il tessuto degenerato si rimpiazza la polpa con una sostanza gommosa e si sigilla il tutto. La fase successiva è poi il restauro del dente per ripristinare le originarie condizioni estetiche e la normale funzionalità.

Il trattamento canalare della carie radicolare richiede più sedute e in ogni caso il percorso terapeutico dipende dalla complessità anatomica del soggetto e dalla gravità del problema. Anche dopo il termine delle visite il dente interessato può restare sensibile per una o più settimane, se tuttavia le sensazioni di disagio permangono troppo a lungo si consiglia di avvisare il proprio dentista. Il lavoro di restauro dell’elemento dentario trattato prevede di solito un’otturazione o l’applicazione di una corona artificiale. Uno degli effetti più evidenti del trattamento canalare è l’alterazione nella colorazione e nella pigmentazione dello smalto. In questo caso oltre all’innesto di una corona si può valutare la possibilità di uno sbiancamento o l’utilizzo di faccette dentali.

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Possibili complicanze nel trattamento canalare

Vi sono casi in cui il trattamento canalare può presentare delle complicanze, sia determinate dalla fisiologia del paziente sia da precedenti cure non andate a buon fine. Ecco di seguito le eventualità che possono influire sensibilmente o pregiudicare la terapia del canale:
• Quando si presenta una frattura nella radice dentale non rilevata in precedenza
• Quando il canale del dente è particolarmente stretto, curvo e rende quindi impossibile qualunque intervento
• Quando il restauro successivo al trattamento canalare è stato effettuato in maniera errata con conseguente ricontaminazione dell’area
• Quando il restauro successivo al trattamento canalare viene effettuato troppo in ritardo
• Quando il materiale che sigilla il dente si rompe e causa la ricontaminazione del dente 

Ritrattamento e chirurgia odontoiatrica 

Quando la carie radicolare si ripresenta come nuova infezione o si verifica un trauma successivo al trattamento canalare, può rendersi necessario operare il cosiddetto ritrattamento. Si procede rimuovendo la sigillatura, il canale viene pulito e disinfettato per poi riempirlo nuovamente con materiale sostitutivo e sigillarlo come in principio. Se le condizioni non consentono il trattamento canalare o il ritrattamento l’alternativa è la chirurgia endodontica. L’obiettivo anche stavolta è salvare l’elemento dentario naturale adottando un’altra strategia di odontoiatria conservativa. Si opera aprendo la gengiva e rimuovendo il tessuto infetto, eliminando anche la porzione dell’apice radicolare (apicectomia). Nei casi più seri si può anche procedere con la rimozione totale dell’itera radice del dente.

Si può ricorrere alla chirurgia endodontica anche come strumento diagnostico, quando ad esempio il paziente lamenta sintomi dolorosi che tuttavia non vengono evidenziati dagli esami radiografici. In questo modo si può esaminare approfonditamente la radice del dente e rilevare qualunque tipo di danno. Quando le condizioni lo consentono su può addirittura estrarre il dente danneggiato dalla sua sede, trattarlo con adeguata procedure endodontica e poi reimpiantarlo dopo averlo riparato. L’opzione risulta molto valida nei casi di elementi dentali avulsi in seguito a urti o traumi importanti.